Annalisa Insardà: l’anima di un’ attrice che è una di noi

Vivere intensamente cosa esprime dal punto di vista professionale e umano Annalisa Insardà, è come conoscere la sua interiorità nel più profondo della sua anima. Sa usare il palcoscenico come palestra di vita, essenza di empatia con la sua gente, i suoi spettatori che l’apprezzano per questo e tanto altro. Sa emozionare perché si emoziona quando tocca temi sociali e umani che caratterizzano le ingiustizie, le iniquità, e lo fa sempre mettendoci la faccia, la grinta e tutta la sua graffiante rabbia per destare certe coscienze sopite. Per questo motivo ho voluto fortemente far pubblicare il testo sottostante, che è stato scritto da lei con il cuore. Un qualcosa che mi ha colpito particolarmente per l’intensità emotiva.
Salvino Cavallaro

Ieri è stata un’emozione grande. Ma grande.
Eravamo a Catanzaro, al teatro comunale.
Due letture sull’anzianità in un evento organizzato dall’associazione Ra.Gi.
Parlavo di loro e di quanti hanno la fortuna di arrivare ad essere anziani.
Per molti non c’è questa grazia, perché le malattie… le guerre… gli incidenti… le scelte personali… il dolore…
Per molti altri arriva invece questo dono discreto e pulito, fatto soprattutto di incertezze e fragilità. E per alcuni anche di abbandono.
L’anzianesimo è una cosa seria.
Ed io leggevo, e leggevo, e partecipavo al punto che quegli anziani di cui parlavo si sono trasformati nelle fatiche immani di mia Nonna, nella morte nel disinteresse umano di mio Padre, nella solitudine di mia Madre.
Ho smesso i panni della professionista per rimanere con quelli succinti di figlia e nipote.
Mi sono emozionata.
Il pubblico si è emozionato.
Ha applaudito a scena aperta.
Mi ha chiamata per nome.
E poi la standing ovation finale.
Nonostante non ci siano stati colpi di scena. Ma non ci sono stati nemmeno colpi di teatro o chiusure ad effetto, o momenti di tale forza da far mancare il respiro. Non ci sono stati momenti eclatanti o effetti speciali.
Solo tenerezza – la rivoluzionaria tenerezza! – e amore e cura e parole dette in pace.
Le parole…
La forza della narrazione teatrale è nella parola detta e nell’ immaginazione, e nell’empatia, che ne vengono.
È stata una lettura dolce, e forse per questo, in controtendenza con la rabbia che ci divora, ha travolto tutti.
Grazie a quanti si sono messi in piedi ed hanno fatto di questo momento un tempo di consapevolezza e reciprocità.
Grazie a chi ha applaudito commosso e mi ha preso per mano con quegli applausi lunghi e benefici, soprattutto perché riguardavano la condizione di tutti, la fatica di tutti, l’emotività di tutti.
Grazie ad Elena Sodano che mette in piedi sempre cose magiche.
E a mio fratello Reno che non manca mai.
❤️❤️❤️

Annalisa Insardà

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